Da indipendentista a fervente repubblicano all’ombra di Ugo La Malfa

In ricordo di Salvatore Natoli mazziniano e repubblicano

di Francesco Nucara

Il 7 aprile scorso Salvatore Natoli ci ha lasciato, ponendo fine alla sua esistenza nella cittadina di Gioiosa Marea, in provincia di Messina, dove era nato e da dove aveva mosso i primi passi nella politica, impegnandosi fin da giovanissimo nel movimento indipendentista siciliano. Era nato nel 1926 e nel 1946, a soli 20 anni aderì al raggruppamento di Concentrazione Democratica, dove incontrò Ugo La Malfa, assieme al quale, successivamente, aderì al Partito Repubblicano Italiano. Ingegnere, uomo d’ingegno, scrittore e pensatore, caposcuola mazziniano di una stagione in cui crebbero e si formarono parecchi giovani repubblicani, soprattutto siciliani. Salvatore Natoli fu più volte eletto consigliere comunale a Gioiosa Marea e a Sant’Agata Militello, fu eletto consigliere provinciale di Messina, nella cui Amministrazione svolse il ruolo di assessore. Per ben cinque volte è stato eletto all’Assemblea Regionale Siciliana e nell’ambito di questo ruolo svolse più volte le funzioni di assessore regionale. Natoli per un periodo fu noto alle cronache nazionali come “il presidente per una notte”. Infatti era stato eletto presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana la sera, ma quando la mattina ebbe modo di verificare che poteva essere strumento di trasformismi politici e non vide sussistere le condizioni politiche, mazzinianamente si dimise. Con lo “scisma” nel Partito Repubblicano, avvenuto all’inizio degli anni ‘90, Natoli si allontanò dal partito, seppure fosse stato più volte membro della Direzione Nazionale. Non aderendo, però, a nessuna formazione politica e seguendo l’esempio di Giovanni Conti, pur non essendo più iscritto al PRI, è rimasto comunque un punto di riferimento, dispensando consigli richiesti e non richiesti anche a chi scrive. Ci siamo sentiti tempo fa e insieme ridevamo di un aneddoto per una circostanza avvenuta a Messina in casa del Senatore Bonino, fondatore de “La Gazzetta del Sud”. Ridevamo della superstizione del numero 13 a tavola e di come Giovanni Spadolini in seguito a quanto era accaduto in tale circostanza, ne fosse rimasto impressionato! Mi promise dei libri di Gesualdo Bufalino sull’ “Odiosamata Sicilia”, che purtroppo non ho avuto e non li avrò: mi resta il senso dell’amicizia di un autentico mazziniano repubblicano.

Roma, 13 Aprile 2015